Basta un secondo e il vaso di ceramica a cui tenevamo tanto cade a terra frantumandosi. Forse non ci rendiamo conto in quel momento che abbiamo la possibilità di dargli una seconda vita ancora più preziosa della precedente: è questo che insegna l’arte giapponese del Kintsugi, secondo cui i cocci di un vaso rotto vengono incollati tra loro, ma invece di nascondere con colle super-invisibili i bordi aggiustati, le crepe vengono valorizzate e sottolineate con contorni dorati.
Alla base di questa affascinante tradizione c’è un concetto che noi occidentali dovremmo imparare a fare nostro: gli scarti sono importanti e possono diventare più preziosi di quando erano materia prima. Valorizzare ciò che sembra non avere più una seconda possibilità, evidenziandone i pregi invece che disprezzandone i difetti.
Nell’industria chimica questo approccio può dare benefici quasi impensabili: soprattutto quando i costi operativi sono molto alti, lavorare sulla gestione strategica e oculata degli scarti garantisce un ritorno economico importante, oltre alla riduzione dell’impatto ambientale del processo stesso.
La riduzione al minimo della produzione di scarti, attraverso l’ottimizzazione dei parametri di processo è la strada più battuta in ottica di efficienza di processo, e sicuramente costituisce la prima condizione da verificare (tenendo sempre presente l’economia dell’intero processo). Ma, anche se pochi, i residui di lavorazione sono sempre presenti e InnoChem Service ha l’esperienza necessaria per restituire loro valore e mettere a punto i cosiddetti processi “zero waste”.
Nell’industria elettronica, ad esempio, lo scarto di lavorazione può essere recuperato e rilavorato per ottenere metalli preziosi e strategici per altri tipi di industria. Allo stesso modo se il processo chimico prevede una fase catalizzata, il recupero dei catalizzatori esausti ha un valore intrinseco molto alto, perché spesso costituiti da metalli preziosi del gruppo del platino. Ma non solo materiali nobili, anche lo scarto di lavorazione del ferro, il cosiddetto ferrino, può diventare materia prima seconda per la produzione del cloruro di ferro.
E poi c’è tutto il mondo delle plastiche il cui riciclo sta facendo passi da gigante. Spesso gli scarti di lavorazione di un processo chimico, a differenza della classica raccolta di rifiuti domestici, sono ottime materie prime seconde per altre lavorazioni perché si può ridurre al minimo la contaminazione con altri prodotti che ne comprometterebbero la qualità, grazie al controllo attento degli step produttivi.
Non solo gli scarti del nostro processo possono diventare ottime materie prime seconde per il processo di altre industrie, ma spesso dall’analisi attenta degli scarti possono emergere interessanti opportunità per integrare il processo chimico con una produzione parallela, generando all’interno della stessa azienda sia un nuovo prodotto industriale sia la sua materia prima seconda.
L’attenzione per l’economia circolare e il risparmio energetico, e l’esperienza nel campo dei processi chimici spinge InnoChem Service a essere un partner per il supporto dei propri clienti a creare valore e trovare sinergie anche dove sembra che non ce ne siano.
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